Scorro i dati dell’edizione 2017 dell’Edelman Trust Barometer, uno studio internazionale sulla fiducia da parte delle persone verso il mondo degli affari, delle imprese, dei media, delle istituzioni e delle ONG che prende in considerazione 33 mila persone da 28 Paesi del mondo.
I numeri confermano una cosa che mi aveva già detto l’intuito, vale a dire che la fiducia nei media tradizionali e la loro influenza nel 2016 ha raggiunto i minimi storici, con una perdita di ben cinque punti percentuali rispetto all’edizione precedente della ricerca. Perché? E’ avvenuto un ribaltamento della vecchia piramide in cui le “elite” (inclusi i media) avevano autorità e influenza sulla maggior parte della popolazione. Ora accade l’esatto contrario: se vuoi comprare una macchina fotografica, scegliere la scuola per tuo figlio o decidere chi votare parli con il vicino di casa o consulti i social media anziché selezionare fonti autorevoli e indipendenti.
Nessuno ha più un vero ruolo di fonte di informazione istituzionale e ciascuno può ergersi a generatore di notizie e commenti sui temi più disparati. E’ la disintermediazione nella formazione delle opinioni. Siamo tutti o quasi sui social media, dove si può ottenere attenzione da un numero considerevole di persone. Ciò che è detto sui social, poi, si riversa in velocità anche sui mezzi tradizionali. Con altrettanta rapidità, tuttavia, si può perdere l’attenzione guadagnata e la credibilità e la fiducia ottenute.
In questo scenario siamo sicuri di comunicare nel modo giusto? Abbiamo stabilito un obiettivo specifico, misurabile, raggiungibile e rilevante? E quali sono gli indicatori che ci dicono se lo stiamo centrando o se dobbiamo aggiustare il tiro? Come mi difendo dalle fake news? E come “ripulire” i dati ottenuti? Per ognuno – comunicatori di professione, vertici d’azienda, leader politici o di associazioni, ma non solo – conoscere gli strumenti della comunicazione e della sua misurazione è indispensabile qualora si voglia affermare se’ stessi, le proprie idee, i propri valori, il proprio business.
Per saperlo bisogna investire nei nuovi ferri del mestiere, perché i vecchi metodi sono superati e c’è bisogno di recuperare dati certi in maniera rapida. Perché quello che ho imparato ieri non è più valido oggi, men che meno lo sarà domani.
In cima alla mia wish list per il 2017, dunque, c’è l’aggiornamento continuo.
The expert members of the Measurement Practice have each written their own take on the impact of 2016 events on communications and research. You can read their thoughts here.